domenica 15 luglio 2012

Ritorno a Cuba



Dopo appena un anno siamo ritornati a Cuba, la nostalgia per la grande isola caraibica, il desiderio di rivedere i tanti amici cubani, e non ultima  la curiosità di constatare se fosse cambiato qualcosa; ci hanno spinti a modificare - e non è certo la prima volta -  i nostri programmi.
L'anno scorso arrivammo a Cuba dalla Jamaica, quindi da Est, ora vi siamo giunti dallo Yucatan, ossia da Ovest, e la navigazione è stata evidentemente più difficile poiché in quest'ultimo caso è stata interamente contro vento. Possiamo dire che questa volta Cuba l'abbiamo sofferta e ce la siamo ben meritata!
Il primo approdo è stato a Siguanea, sull'isola della Juventude dove sapevamo esservi un marina ed  anche un ancoraggio di fronte ad un albergo definito dal portolano “molto accogliente”.
La realtà, come spesso accade era molto differente; l'albergo praticamente deserto ed in abbandono, e il marina inavvicinabile per via dell'insabbiamento del canale d'entrata.
Tuttavia, entrando con il tender, siamo riusciti a farci dare due taniche di gasolio “in nero”.
Nessuna possibilità di fare le formalità d'ingresso, ne qui e neppure a Nueva Gerona (la capitale dell'isola de la Juventude), in questo senso nessuna miglioria dall'anno passato.
Nonostante il consistente aumento del turismo nautico a Cuba, i porti in cui è possibile fare l’ingresso ufficiale, invece che aumentare diminuiscono! 
Fino a non molti anni or sono sulla costa sud i porti d'ingresso partendo da ovest erano: 
Siguanea – Cayo Largo – Cienfuegos – Trinidad – Santiago
Ora sono rimasti unicamente: Cayo Largo, Cienfuegos e Santiago.
Cayo Largo, con le sue acque dal turchese al blu scuro, le sue spiagge di fine sabbia bianca, e i suoi cayos, rimane di un impatto  estetico senza pari. Però non si può interamente dire d'essere ancora arrivati a Cuba, tutta l'isola, infatti è gestita come una sorta d'enclave turistica esclusiva, dove la realtà cubana appena la si riesce a percepire.
A ben vedere la complessità e lungaggine delle pratiche d'ingresso, la totale disorganizzazione e macchinosità della direzione del marina e la penosa penuria di rifornimenti nel così detto “market” del marina stesso, ci dicono però che effettivamente siamo arrivati a Cuba!
Anche l'ingresso alla grande baia interna di Cienfuegos ė spettacolare, sebbene in maniera molto diversa rispetto a Cayo Largo.
Cayo Largo si propone immediatamente al navigante in tutta la sua rutilante magnificenza, mentre Cienfuegos la si deve scoprire piano-piano risalendo il lungo canale d'ingresso che lentamente rivela la realtà di Cuba; fatta da modesti insediamenti di case sempre un poco malmesse, di minuscole barche da pesca, in cui spesso l'unico occupante appare più grande della barca stessa, ma il tutto dipinto in colori vivaci, insomma Cuba allegra e triste nel medesimo momento!
il Jonathan ad uno dei moli del Marina di Cienfuegos

Fin dall'arrivo ci siamo subito accorti che alcune cose al Marina di Cienfuegos erano cambiate, ad iniziare dal numero di barche presenti, tanto che abbiamo dovuto attendere alcuni giorni stando alla fonda prima di poter accostare ad un molo.
Ai massicci e onestamente brutti moli in cemento, sono stati ora affiancati dei moderni pontili galleggianti, per altro ancora non completamente ultimati. 

due immagini del centro di Cienfuegos
Un nuovo e lussuoso bar, dove ora si può anche mangiare abbastanza bene, ha sostituto il modesto chiosco dell'anno passato. Il bar ora è fuori dalla recinzione doganale, ė quindi molto frequentato anche dai cubani, che continuano a non poter accedere ai moli del Marina, riservati unicamente agli equipaggi delle barche e severamente interdetti ai cittadini cubani.
Le autorità sono pignole come prima; a Cuba anche arrivando da un altro porto cubano bisogna in pratica rifare le principali formalità, vengono risparmiate solo la visita sanitaria e veterinaria. (vedi anche pagina: Formalità a Cuba)
L'accoglienza degli amici cubani ė stata però molto calorosa, così che ci siamo sentiti subito come fossimo tornati a casa!


Durante il nostro anno d’assenza avevamo letto dai media che il governo cubano aveva introdotto alcune nuove norme di liberalizzazione del mercato, ed in effetti girando per il centro di Cienfuegos - una delle cittadine più pulite ed ordinate di tutta Cuba - subito ci si può rendere conto del proliferare di minuscole micro imprese. Quasi in ogni via, da una semplice finestra aperta sulla strada, si possono comperare gustose pizze cotte in forni artigianali, e nel portone accanto trovare succhi di tamarindo o di canna, sempre molto artigianali. 

Anche i piccoli negozi  d'artigianato sono aumentati, e sono comparsi cartelli di vendita di case del tipo "se vende casa batata" (economica), ma in alcuni casi abbiamo sentito di prezzi che rapportati al misero potere d'acquisto del cubani, sono astronomici!
In sostanza si ha la sensazione che qualcosa si stia muovendo, sebbene su altri fronti, come ad esempio quello dell'informazione, internet compreso, proprio nulla ė cambiato, insomma Cuba continua ad essere, come già la definì in un precedente post; "l'isola che non c'è!"