In
occasione del primo mio scalo, al Museo Oceanografico di Rio Grande
do Sul, nell'Aprile del 2006, ci trovammo una sera, con un piccolo
gruppo d'altri naviganti, attorno al tavolo della piccola Club Hause,
ospiti di Lauro Bacellos, il colto direttore del Museo.
Un ottima cena, un atmosfera cordiale e rilassata, dunque la cornice ideale per divagazioni a ruota libera sulla navigazione, gli oceani e i misteri a questi collegati.
Tutti i convenuti, erano arrivati in Brasile attraversando l’Atlantico dall’Europa, fu quindi naturale che il discorso scivolasse su Cristoforo Colombo, e su gli altri grandi navigatori del passato, che contribuirono alla scoperta ed esplorazione del continente Americano.
Un ottima cena, un atmosfera cordiale e rilassata, dunque la cornice ideale per divagazioni a ruota libera sulla navigazione, gli oceani e i misteri a questi collegati.
Tutti i convenuti, erano arrivati in Brasile attraversando l’Atlantico dall’Europa, fu quindi naturale che il discorso scivolasse su Cristoforo Colombo, e su gli altri grandi navigatori del passato, che contribuirono alla scoperta ed esplorazione del continente Americano.
Consegna della bandiera del Jonathan a Lauro Bacellos |
Riconobbi
subito una carta che avevo già visto, molti anni prima, in un bazar
di Marmaris (Turchia), si trattava, infatti, della mappa disegnata
dall’Ammiraglio Ottomano Piris Reis,
Il soffitto della Club Hause del Museo Oceanografico |
Ora
Lauro, asseriva, che la mappa, era antecedente ai viaggi di Colombo,
e quindi provava, in modo inequivocabile, come il continente
Americano, fosse già noto in epoche precedenti alla sua scoperta
ufficiale.
Quella
sera nessuno dei convitati aveva sufficienti informazioni per
contestare l'affermazione del nostro anfitrione, e la conversazione
ben presto si spostò poi sui soliti luoghi comuni inerenti alla
scoperta dell’America; i vichinghi d’Erik il Rosso, forse gli
antichi Egizi...ecc.
Rientrato
in Italia, riordinando i miei appunti di viaggio, m’imbattei
nuovamente nella citazione di questa mappa, e mosso da curiosità,
diedi inizio ad una ricerca sul web attorno all'argomento.
La
ricerca portò ad una vera e propria montagna di risultati, che come
accade spesso sul web, si diramavano in innumerevoli ramificazioni,
che portavano nei luoghi più disparati e, a volte, improbabili.
Credo
che l’argomento sia molto interessante per tutti i
naviganti-viaggiatori, ho quindi pensato di raccogliere, senza
nessuna pretesa scientifica e senza voler giungere a nuove e
sconvolgenti rivelazioni, un compendio della mia ricerca, qualche
link e alcune mie personali, e pertanto ininfluenti, conclusioni.
Muhiddin
Piri Ibn Haji Mehmet noto a noi come Piris Reis, nacque a
(Gallipoli http://it.wikipedia.org/wiki/Gallipoli_(Turchia),
sulla sponda europea del Bosforo) tra il 1465 e il 1470 e mori al
Cairo, nel 1554 o nel 1555.
Ammiraglio
della flotta di Solimano il Magnifico, compi numerose imprese
guerresche nelle tormentate acque del Mediterraneo, guadagnandosi
fama e ricchezza, ma la passione principale di Piris Reis erano le
antiche mappe e la cartografia.
La sua professione gli forniva l’occasione di visitare molti paesi,
ed il suo rango, gli consentiva l’acceso a parecchie fonti
d’informazione, anche riservate, quali archivi di stato e
biblioteche.
Si
racconta che, alla fine della sua vita, avesse raccolto un’imponente
quantità di antiche mappe e portolani, collezione, che purtroppo,
andò perduta.
La
fama acquisita da Pris Reis, come cartografo, indusse il Sultano a
commissionargli la stesura di un Portolano (Kitabi
Bahriye"
(Il Libro del Mare), in cui dovevano essere descritte tutte le terre
allora conosciute.
Come
accadeva spesso allora carriera dell’Ammiraglio-cartografo, ebbe un
tragico epilogo; accusato di corruzione e tradimento, venne
decapitato, per ordine del medesimo Solimano, e probabilmente la
brusca interruzione della vita di Piris Reis non gli ha permesso di
concludere completamente la sua opera e di tramandare in modo
compiuto la siua collezione e le sue conoscenze, ccomprese le fonti a
cui attinse molte delle sue stupefacienti informazioni.
La
Mappa.
Nel
1929, durante i lavori di
ristrutturazione dell’ex palazzo imperiale (il Topkapi), ora
trasformato in museo, il direttore rinvenne due mappe, realizzate su
pelle di gazzella, firmate dall’Ammiraglio Piris Reis, e con primi
rilievi effettuati la mappa fu fatta risalire al 1513.
Nel
1931 la mappa fu ufficialmente
presentata al pubblico, in occasione del 18° congresso degli
Orientalisti, tenutosi in Olanda.
Il
mondo scientifico si rese immediatamente conto dell’eccezionalità
del ritrovamento, delle implicazioni e degli enigmi, che questa
antica carta portava con se.
Oggi
noi non abbiamo, però, l'intera mappa di Piris Reis che doveva
rappresentare il mondo intero, ma solo una piccola porzione.
La
parte, di cui disponiamo, rappresenta, sul lato Est la penisola
Iberica, ed una grande porzione dell’Africa, ad Ovest la zona del
Mar dei Carabi, e tutta l’America del sud sino ad una terra che
alcuni, studiosi, identificano con l’Antartide.
Dalle
note, vergate dal medesimo Piris Reis, si evince, che la mappa è
stata realizzata partendo da diverse mappe sorgenti, di cui
alcune tratte da carte di coevi esploratori portoghesi, altre dalle
mappe già in possesso di Cristoforo Colombo, ed altre ancora d’epoca
Alessandrina.
Piris
Reis si autodefinisce, quindi, come un mero compilatore, o come
diremmo oggi, un assemblatore d’informazioni reperite in differenti
fonti.
Il
medesimo Piris Reis, asserisce d’aver ricevuto le carte di
Cristoforo Colombo, dalle mani di un marinaio spagnolo, che partecipò
ai primi viaggi di Colombo; il marinaio, di cui non si conosce il
nome, fu fatto prigioniero dalla flotta Ottomana, nel corso di uno
scontro navale in mediterraneo, probabilmente nei pressi di
Gibilterra.
Nel
1953, un ufficiale della Marina Turca,
consegna la mappa al capitano Arlington H. Mallery, dell’Istituto
Idrografico della Marina degli Stati Uniti, perché fosse esaminata
secondo i criteri della moderna cartografia.
Nel
1960 il Tenente Colonnello Harold Z.
Ohlmeyer, della Marina degli Stati Uniti, redige una relazione
ufficiale delle analisi effettuate sulla mappa.
Inoltre dai rilievi effettuati nel 1953 e nel 1960, emergono alcune
considerazioni molto precise:
1- La
posizione in latitudine delle terre disegnate è molto esatta,
circa1° d’errore. (Si noti che giusta
latitudine, poté essere definita solo dopo il 1753. n.d.a.)
2- La
mappa è stata disegnata con un sistema di proiezione, molto simile a
quello utilizzato ora, cosa che presuppone che l'estensore avesse un’elevata conoscenza
della trigonometria sferoidale.
3- Le
terre rappresentate nella parte meridionale, coincidono in maniera
stupefacente, alla linea costiera dell’Antartide, come apparirebbe
se fosse priva della calotta di ghiacci.
Sostenitori
ed Oppositori
Naturalmente la Mappa di Piris Reis, (ed altre antiche carte consimili, anche se non coeve), diedero luogo a tutta una serie di teorie e polemiche tra scienziati e studiosi. Tra queste è di particolare interesse la teoria sviluppata da Charles Hapgood che nel 1966, pubblicò un articolo in cui sviluppava una complessa teoria geografico-archeologica, in cui tendeva a dimostrare, non solamente la veridicità delle mappe, ma anche che queste rappresentavano il continente Antartico, sede di un’evoluta società antidiluviana coincidente con il mito d’Atlantide.
Come
sempre, il mondo scientifico, si divise in due partiti:
Da un
lato gli assertori della veridicità della Mappa sostenenti la tesi
che Piris Reis avesse copiato le carte da mappe sorgenti risalenti ad
un’epoca antecedente al diluvio universale (ossia almeno 11.000
anni or sono, quando è accertato che la calotta Antartica era in
parte libera dai ghiacci).
Principale e più blasonato esponente il già citato Hapgood.
Principale e più blasonato esponente il già citato Hapgood.
Dall’altro
gli scettici e realistici, che tendono a dimostrare come le mappe
dell’Ammiraglio Ottomano, siano un prodotto della sua epoca, e
quindi tratte unicamente dalle informazioni già esistenti in quel
preciso momento; al proposito si veda la rigorosa relazione di .Diego
Cuoghi
Per
comodità si potrebbero definire Sostenitori, gli appartenenti
al primo gruppo, ed Oppositori, quelli del secondo.
Le
ragioni dei Sostenitori:
1- Nel
1513 la scoperta delle Americhe era troppo recente per consentirne
un’accurata cartografia.
2- Se
è possibile affermare che la zona Caraibica sia tratta dalle
informazioni di Cristoforo Colombo, come lo stesso Piris Reis
dichiara (cartografia, per altro,
assolutamente inesatta n.d.a), è ben
difficile pensare che tutta la costa del Sud America fosse
cartografata con tale precisione solo tredici anni dopo la sua
scoperta; a tal proposito può essere utile la seguente tabella
cronologica.
data
|
Navigatore, autore
|
Terra scoperta
|
Nota
|
1492
|
Cristoforo Colombo
|
primo viaggio e scoperta
dell'America
|
|
1500
|
Vespucci
|
al Rio delle Amazzoni
|
Calcolo empirico, sulla posizione
della luna, per determinare la longitudine.
|
1500
|
Cabral
|
Porto Seguro
|
22-apr
|
1500
|
al Rio delle Amazzoni
|
26-gen
|
|
1501
|
Cabral
|
Salvador de Bahia primo novembre
|
|
1502
|
Vespucci
|
Rio de Janeiro
|
|
1502
|
Vespucci
|
Rio della Plata
|
|
1502
|
Vespucci
|
Rio Cananor.
|
Forse al 52° S.?
|
1504
|
Vespucci
|
Fernando de Nornha
|
|
1513
|
Piri Reis
|
mappa
|
|
1531
|
Magellano
|
a sud del 40°
|
|
1549
|
fondazione di Bahia
|
Ben rappresentata sulla mappa.
|
|
1592
|
John Davis
|
scopre le Falkland
|
|
1615
|
Circumnavigazione del Cabo de
Horne
|
||
1642
|
Tasman
|
Australia
|
|
1753
|
Determinazione della Latitudine
|
3- Nella
mappa del Sud America, Piris Reis disegna ed indica la cordigliera
delle Ande, all’epoca ignota, e rappresenta i lama ed i puma,
specie ancora sconosciute.
4- La
latitudine è quasi perfetta, cosa per l’epoca ritenuta
impossibile.
5- Le
terre a Sud coincidono con il profilo dell’Antartide come privo di
ghiacci, il che significherebbe che questa area fu rilevata almeno
11.000 anni or sono
Seguendo
questo ragionamento si può pensare che Piris Reis utilizzò
effettivamente delle mappe sorgenti rinvenute nella Biblioteca
Alessandrina, - quella fondata da Alessandro Magno e distrutta in epoca
cristiana da dei fanatici - e redatte da un’antichissima civiltà che aveva
conoscenze planetarie.
Gli
Oppositori:
Partendo
da presupposti di logica e razionalità, intendono dimostrare che la
mappa fu realizzata utilizzando unicamente le conoscenze presenti
all’epoca.
Per
farlo si soffermano, principalmente sugli errori riportati dalla
mappa, alcuni dei quali sono evidenti anche agli occhi di un
osservatore non particolarmente preparato nella materia:
1 –
Tutta l’area del mar dei Carabi è rappresentata in modo
approssimativo e con palesi errori, sia di proporzioni che
d’orientamento. Sembra riflettere l’immagine che i contemporanei
avevano del Giappone e della Cina (Ossia le terre che Colombo
credeva d’aver scoperto n.d.a.)
2 –
Nella parte corrispondente all’odierno Brasile, il Rio delle
Amazzoni è raffigurato due volte, ed una senza estuario; fanno
notare, inoltre che l’estuario del fiume era già stato raggiunto
da Ammerigo Vespucci nel corso del suo primo viaggio.
3 –
Le Isole Falkland (Maldive), probabilmente furono avvistate sempre
dal Vespucci, in data antecedente la stesura della mappa.
4 –
La supposta Antartide, è rappresentata come congiunta alla Terra del
Fuoco, e la parte finale del continente Sud Americano, ha un
orientamento errato.
Ne
concludono che la mappa di Piris Rei, non è altro che il collage,
per altro di pregevole e d'intelligente fattura, delle conoscenze
geografiche allora disponibili, con l’aggiunta di un pizzico di
inventiva fantasiosa, cosa comune ai cartografi di quel periodo.
Le
mie personali opinioni:
Le
interpretazioni, presentate da entrambi i gruppi, potrebbero essere
tutte condivisibili, la propensione per l'una o per l'altra teoria
dipende solo dall'atteggiamento di ciascuno, ossia se ci si pone di
fronte al problema con una predisposizione al mistero, o un
atteggiamento freddamente razionale.
Personalmente
non propendo molto per il mistero, ma ciò nonostante mi pare molto
difficile giustificare in modo razionale, alcuni fatti:
a –
In quel periodo, per rilevare la linea delle coste, si utilizzavano
metodi molto empirici, basati principalmente sull'osservazione
visiva.
Per
migliorare il risultato si doveva procede re con successive
approssimazioni, cosa che comportava molto tempo; non si capisce,
allora, come pur essendo state costeggiate le coste dell’America
del Sud, da Cabral e da Vespucci, questi avessero potuto rilevarne i
contorni con tale precisione.
b - Nella mappa di Piris sono rappresentate in modo quasi perfetto la grande Baia di Todos os Santos, e cosa ancor più sorprendente l’estuario del Rio della Plata; pur ammettendo che, questo, fosse stato già raggiunto da Vespucci, certo non ebbe il tempo ed il modo di rilevarlo con accuratezza.
La mappa indica anche con precisione lol'imboccatura dello Stretto di Magellano, scoperta dal navigatore portoghese nel 1521, ossia otto anni dopo la data d'estensione della mappa!
b - Nella mappa di Piris sono rappresentate in modo quasi perfetto la grande Baia di Todos os Santos, e cosa ancor più sorprendente l’estuario del Rio della Plata; pur ammettendo che, questo, fosse stato già raggiunto da Vespucci, certo non ebbe il tempo ed il modo di rilevarlo con accuratezza.
La mappa indica anche con precisione lol'imboccatura dello Stretto di Magellano, scoperta dal navigatore portoghese nel 1521, ossia otto anni dopo la data d'estensione della mappa!
c -
Sempre il Vespucci, conosceva certamente l’estuario del Rio delle
Amazzoni, ma aveva risalito il corso del fiume solo per poche miglia,
quindi non poteva sapere da dove nascesse, considerando anche che
all’epoca la Cordigliera delle Ande era ancora ignota.
d -
Vespucci, nel diario del suo terzo viaggio, racconta d’aver
avvistato, a sud del Rio della Plata, una terra ( probabilmente le
Falkland ), ma a causa di una burrasca (sicuramente un fronte
freddo con forti venti da Sud, ben noto anche ai naviganti odierni.
n.d.a.), fu costretto a rimanere alla cappa. Non ebbe, quindi
modo di vedere le isole da vicino, né di determinarne la giusta
posizione.
e
– Rimane, poi, irrisolto il problema della Longitudine,
che può essere determinata solo conoscendo la differenza oraria tra un
meridiano prefissato di partenza (convenzionalmente è stato
universalmente accettato quello passante per Greenwich
), e la posizione
dell’osservatore.
Come già detto, questo calcolo divenne preciso solo dopo il 1753 con l’invenzione, ed il perfezionamento, del cronometro, per opera di Jhon Harrison.
Occorre, però, dire che Ammerigo Vespucci asseriva di poter calcolare in modo soddisfacente la sua posizione in longitudine, con il metodo delle “Distanze lunari”.
Come già detto, questo calcolo divenne preciso solo dopo il 1753 con l’invenzione, ed il perfezionamento, del cronometro, per opera di Jhon Harrison.
Occorre, però, dire che Ammerigo Vespucci asseriva di poter calcolare in modo soddisfacente la sua posizione in longitudine, con il metodo delle “Distanze lunari”.
Queste considerazioni, m’inducono a ritenere che, Piris Reis, difficilmente avrebbe potuto ricavare dalle osservazioni dei naviganti della sua epoca, le informazione utili a disegnare le coste del Brasile e dell’Argentina in modo cosi realistico.
Rimane
quindi aperto il problema di dove e come Piris, avesse recuperato
queste informazioni.
I
Sostenitori sviluppano, al proposito, differenti teorie,
alcune molto fantasiose.
Hapgood,
ad esempio, suppone che nel continente Antartico avesse sede
un’antica civiltà identificabile con il mito di Atlantide.
E’
accertato che l’Antartide, 11.000 anni fa, aveva un clima
temperato, quindi, secondo Hapgood, i suoi abitanti, avrebbero potuto
disegnare le mappe delle coste del loro continente (probabilmente
unito alla terra del Fuoco) e di tutta l’America del Sud; un
cataclisma planetario ( forse il Diluvio Universale? n.d.a.)
avrebbe provocato il congelamento dell’Antartide, con conseguente
scomparsa senza lasciare tracce, della civiltà evoluta che
l’abitava.
I pochi
superstiti al cataclisma, si sarebbero, allora, parsi per il mondo,
portando con se alcune delle loro conoscenze, e le avrebbero passate
ad altre civiltà, allora in via di sviluppo. (ad esempio gli
Egizi, e da qui la possibilità che alcune mappe potessero essere
presenti nella Biblioteca d’Alessandria. n.d.a.)
Altri
suppongono che le carte sorgenti di Piris Reis, siano state
realizzate da un’antica civiltà (Alieni?) che disponeva di
una sorta di satellite Geo stazionario posizionato esattamente sulla
perpendicolare del Cairo...
Ritengo
che la teoria di Hpgood, potrebbe anche essere, in parte spiegabile,
ma accogliendola, anche se con riserva, nascerebbe subito un altro
problema di coerenza:
E’
universalmente ritenuto, che il livello dei mari, 11.000 anni fa,
fosse più basso, quindi la linea costiera dei continenti doveva
essere differente dall’attuale, e molto simile a quella
corrispondente alla batimetria della piattaforma continentale.
Come
sarebbe possibile che questa supposta antica Civiltà (terrestre o
aliena che fosse), potesse disegnare le linee costiere dei continenti
come ci appaiono oggi, e non come dovevano apparire allora?
Credo,
in definitiva, che il mistero della Mappa di Piris Reis, sia
destinato a rimanere tale, almeno fini a quando in un prossimo
futuro, non emergano altri elementi o riscontri archeologici in grado
di farne, definitivamente luce.
Mi piace il modo in cui racconto i tuoi viaggi.. Complimenti
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