Il titolo di questo post sembra essere in contraddizione con quello precedente:
“Ma come prima dici che i navigatori italici sono in aumento e poi uno che già naviga dice di non essere un navigatore?”
L'affermazione va intesa come uno spunto preso per poter dire quale, secondo me, è la differenza tra navigare, o ancora più semplicemente veleggiare, e viaggiare
L'occasione mi è stata offerta dal simpatico invito del Club Annje Bonnje di Como, a tenere una conferenza sul mio libro “Rotta a Zig-Zag” e più in generale sui miei viaggi, evento che si è svolto a Como la sera del cinque scorso.
Nel corso della serata ho proiettato il video sull'ultima crociera fatta , da Curaçao al Rio Dulce, passando per Haiti, Jamaica, Cuba e Gran Cayman.
Questo che segue è il testo del discorso che avrei voluto tenere, naturalmente come sempre accade, quello che ho detto è stato leggermente diverso, “zigzagamenti” anche nei discorsi!
Il senso generale è stato però rispettato, e rappresenta lo spirito con cui Silvia ed io affrontiamo i nostri viaggi.
L'organizzazione è stata impeccabile, cosi come la calorosa e generosa ospitalità da parte della Direzione del Club.
Alla fine della proiezione, l'attento pubblico degli appassionati presenti, ha ravvivato la serata con diverse domande molto pertinenti, che mi hanno permesso di sviluppare meglio le tesi inizialmente esposte.
Nella trasferta a Como sono stato accompagnato dall'amico “storico” Alberto Stampanoni, che è stato anche l'autore delle riprese con cui ho montato il video della serata. Era presente anche Michela, che ora vive a Como, e che fu mia compagna di navigazione e viaggi venti anni fa, Michela ha potuto ben supportarmi in diverse mie affermazioni, lo spirito di viaggio di venti anni prima non è infatti molto differente da quello attuale!
Non sono un navigatore!
"L'amico Pietro, nell'annuncio dell'incontro di questa sera mi ha definito un “navigatore”, ne sono lusingato e lo ringrazio, però io non mi considero un “navigatore”, ma piuttosto un viaggiatore che utilizza come mezzo di trasporto una barca a vela.
I veri navigatori sono un'altra cosa, come il fraterno amico Manfred, a cui mai cercherei di paragonarmi.
Sia io che Silvia, la mia compagna, che si scusa per non poter essere presente questa sera, consideriamo la barca a vela, come uno strumento, un mezzo che ci permette di recarci liberamente in luoghi diversi e lontani e di rimanervi anche per lunghi periodi portandoci, come delle chiocciole la nostra casa appresso!
La lentezza del viaggio.
Nel nostro modo di viaggiare, è anche molto importante la lentezza del viaggio, perché è un elemento che ci permette di meglio entrare nella realtà dei luoghi visitati.
Sappiamo tutti che una barca a vela da crociera ha una velocità media che oscilla tra i 5 e 6 nodi, ossia tra i 9 e gli 11 chilometri per ora, poco più di un uomo a piedi e poco meno di un uomo a cavallo, forse la stessa velocità di un carrozzone tirato da un cavallo, e quindi sempre con casa al seguito, come le chiocciole!
La differenza fondamentale però è che la barca si muove su una superficie liquida, quindi senza apparenti vincoli e confini, e che può continuare a navigare anche quando l'equipaggio di notte si riposa. Può allora percorrere distanze straordinarie, sebbene lentamente.
La lentezza del viaggio permette di adeguarsi con gradualità alla realtà che si andrà ad incontrare, il nuovo posto sarà allora sempre una sorpresa, ma non traumatica.
La chiocciola si deve inserire.
Arrivare con tutta la propria casa al seguito significa poi dovere per forza di cose entrare nella vita quotidiana di un luogo che può avere regole molto differenti da quelle a cui eravamo abituati: bisognerà fare spesso delle complesse pratiche d'ingresso rapportandosi a tante autorità (immigrazione, capitaneria di porto, dogana, sanitarie....), fare gli approvvigionamenti, la cambusa, quindi frequentare i mercati, i vari tipi di negozi, procurarsi il gas per la cucina, a volte fare delle piccole o grandi riparazione, quando non riparare se stessi; i dentisti sono generalmente quelli più frequentati...
Tutto questo porterà ad entrare in contatto con la realtà locale e a fare incontri e conoscenze.
Gli incontri sono appunto il motivo conduttore del mio libro “Rotta a Zig-Zag”, che tratta della parte del viaggio dalla Sicilia all'Argentina.
Nella “Rotta a Zig-Zag” non ci sono paurose burrasche...
Nel libro non si troveranno descrizioni di paurose burrasche, ma piuttosto la storia di come sia nata l'idea di un viaggio, che è tutt'ora in corso, e di come il suo percorso si sia modificato, dai piani originali, secondo gli incontri umani fatti, che alla fine si rivelano essere sempre la parte più viva, e duratura nella memoria di tutti i viaggiatori.
I nostri viaggi non sono dunque “eroici” ma fatti da persone assolutamente comuni e quindi alla portata di qualsiasi, donna o uomo, che abbia il sogno nel cassetto di partire per vivere una vita differente.
Una rotta diversa.
Il video che vi proietto questa sera tratta dell'ultima parte del viaggio che si è svolto su di una rotta non molto battuta dagli ormai tanti girovaghi del mare.
Nella zona caraibica vi è infatti una specie di corridoio preferenziale: arrivo dall'Europa alle Piccole Antille, discesa della catena d'isole e quindi rotta a ovest, poco distanti dalle ormai pericolose coste venezuelane, toccando gli atolli corallini di los Roques e los Aves, (che appartengono al Venezuela ) poi le Antille Olandesi e quindi Panama e l'arcipelago delle Sanblas.
Noi da Curaçao, nelle Antille Olandesi, abbiamo fatto uno dei nostri cambiamenti a “Zig - Zag”, ed abbiamo tagliato in diagonale, verso nord, tutto il mare dei Caraibi per toccare Haiti, la Jamaica, Cuba, le Cayman per finire in Guatemala.
Una rotta che ci ha permesso di conoscere posti molto differenti tra loro, ma tutti con un particolare fascino.
Buona visione, poi a fine proiezione, se avete delle domande potremo chiacchierare un poco!"
Il video proiettato, diviso in tre parti:
Prima parte: da Curaçao alla Jamaica
Seconda parte: Il Jonathan a Cuba
Terza parte: Gran Cayman e Rio Dulce in Guatemala
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