venerdì 25 novembre 2011

I sogni vanno realizzati!


I sogni, quelli che ci permettono di proiettarci in un desiderato futuro che ci pare potrebbe essere il migliore per noi, debbono assolutamente essere coltivati, ma è ancora più importante che si possa, almeno provare, a realizzarli.

A Ruggero Carbognin, incontrato solo virtualmente sul web ho scritto:

"Nella vita bisogna coltivare dei sogni, sogni che però siano alla nostra portata, altrimenti divengono delle chimere o delle scuse per non fare mai nulla!
Complimenti per il progetto, ti seguirò"


Ruggero, è un giovane appassionato velista “sognatore”, che ha un progetto ambizioso ed affascinante. Navigare dall'Inghilterra all'Amazzonia, in solitaria, su di una piccola barca a vela dalle deliziose forme classiche: Strider, uno sloop di 26 piedi, più vecchio di lui, è stata, infatti, varata nel 1968 mentre Ruggiero è nato nel 1970!
Ruggero non ha un budget elevato, ma con metodo, razionalità e quel pizzico di folle incoscienza sempre necessario a realizzare imprese degne di nota, si sta preparando ad una partenza che gli auguro sia vicina e felice!
Lo si può seguire sul suo sito:


Un sogno che invece è in pieno svolgimento è quello concretizzato da Alessandro Gennai, la sua compagna Lucetta e la loro piccola Blu,anche loro sono solo per ora amici virtuali del web, ma spero d'incrociarli, prima o poi, sulle vaste rotte del “settimo continente”!
Alessandro e Lucetta, hanno scelto per la loro avventura, che è quella di passare alcuni anni veleggiando attorno al mondo, una bellissima barca “Isola Bianca II”, cutter in acciaio progettato da Carlo Sciarrelli per il bravo navigante Angelo Preden.
Questa scelta, evidentemente, non può altro che piacermi, e sono sicuro che dalla loro barca avranno grandi soddisfazioni!


Gli si può seguire sul loro sito:


Due sogni simili e due progetti diversi, più avventuroso e spartano quello di Ruggero, più tranquillo e strutturato quello di Alessandro e Lucetta, i sogni sono sempre differenti come sono differenti le persone che li fanno, l'importante è che esistano e divengano realtà!

Cosa è successo dopo tre anni a questi due sogni?
Roberto sta ancora caparbiamente lavorando sulla sua piccola barca per cercare di renderla perfetta con i pochi mezzi di cui dispone.
Alessandro e Lucetta, hanno invece scelto di vivere la loro avventura con maggiore comodità, e abbandonata la gloriosa Isola Bianca hanna acquistato il Super Maramu , "Grand Cru", certamente molto più confortevole per vivere in famiglia!

lunedì 7 novembre 2011

Rio Dulce, ultima spiaggia?


Una tranquilla immagine di "El Golfete"

Negli ultimi anni il Rio Dulce, in Guatemala ha conosciuto un sempre maggiore successo ed una conseguente forte crescita delle infrastrutture dedicate all'accoglienza delle barche da diporto.
Le ragioni sono certamente diverse, ma ve ne sono almeno tre preponderanti.
La prima è che Il Rio Dulce è l'unico ormeggio sicuro di tutto il Centroamerica a nord del 10° parallelo, nella stagione degli uragani. Però non significa che il Rio Dulce sia completamente sicuro dal passaggio degli uragani, che invece colpiscono frequentemente queste regioni, ma la conformazione orografica fa si che, nella zona in cui vi sono tutti i Marina, non abbiano mai gravi conseguenze. 
Tipico Marina del Rio Dulce
 
I Marina del Rio Dulce sono tutti concentrati nel Lago “El Golfete” che dista più di venti miglia dal mar dei Caraibi e da cui è separato da un'alta catena montuosa, che ha l'effetto di ridurre molto la forza del vento, ed in ogni caso fa si che non si generano mai grosse onde; gli unici problemi possono essere causati dalle forti piogge e dal conseguente innalzamento delle acque.
Dalla foce del Rio, si raggiunge “El Golfete” risalendo il rio, che si apre il cammino tra stretti ed alti "canyon", rivestiti da una lussureggiante foresta tropicale: uno spettacolo di raro fascino ed indubbia bellezza.
La bellezza naturale della regione, che se non può essere considerata “incontaminata”, è certamente ancora molto naturale, è un altro valido motivo del successo del Rio Dulce, considerando anche che da qui è facile addentrarsi nell'interno del Paese per andare alla scoperta dell'affascinante mondo dei Maya.
La terza, e non meno importante ragione, è che in Guatemala la vita ha ancora costi piuttosto bassi, ed anche i servizi per la nautica, che sono sempre più completi, hanno prezzi tutto sommato ragionevoli, e certamente inferiori ad altre località caraibiche.
Questi elementi, fanno si che siano sempre più numerosi i navigatori che decidono di fare una sosta nelle tranquille acque del Rio Dulce: molti approdano in Guatemala dopo essere passati dall'arcipelago delle Sanblas e dalle isole al largo dell'Honduras, altri , come è stato il nostro caso, vi giungono direttamente da Cuba, ma la maggior parte è rappresentata da Statunitensi che arrivano dal vicino Texas, o dalla Florida dopo aver disceso la bella catena di “reef” corallini del Belize; per loro si tratta di una breve passeggiata tutta, con venti portanti!
Le barche con la bandiera a stelle e strisce sono, quindi, la stragrande maggioranza tra tutte quelle che frequentano il Rio, seguite, ma ad una considerevole distanza, da quelle canadesi, non manca una piccola colonia di naviganti francesi che fa gruppo a se stante. 
Rare le barche italiane: al momento vi è un catamarano di miei amici padovani, un paio d'altre in secca nel cantiere di Ram Marina, ed una barca con bandiera statunitense, ma abitata da una coppia d'italiani, che stanno sul Rio da ormai quattordici anni!
Parlare spagnolo a “La Frontera", la piccola città che sorge nel'itzmo tra il grande lago Izabal ed “El Golfete”, può non essere assolutamente necessario, quello che invece conta è riuscire a comprendere il terribile “slang” texano, altrimenti si rischia d'essere tagliati fuori dalla maggior parte dei contatti sociali!
I lunghi periodi di sosta sono un altra caratteristica del Rio Dulce, sono tanti i navigatori che qui finiscono per rimanere intrappolati dalla tranquillità, dalla bellezza e dai bassi costi del luogo, molti si arenano poi definitivamente tanto da finire qui i loro giorni.
Nei diversi Marina del Rio vi sono, infatti, tante barche in vendita a prezzi a volte interessanti, perché i loro armatori o son deceduti, o sono tanto malmessi da non poter più navigare o sono molto vicini ad uno di questi infausti eventi. 
Per molti aspetti il Rio Dulce sembra quasi essere una sorta di “cimitero degli elefanti”, un ultima spiaggia, bella, ma da cui è opportuno distaccarsi prima che sia troppo tardi!