mercoledì 17 luglio 2013

Isola di Providencia, tra pellegrini e pirati.

Providencia, o meglio " Isla de la Divina Providencia" perché fu la Divina Provvidenza a guidare fin a questa sperduta isola caraibica, almeno così lo credettero, gli ottanta pellegrini Ugonotti inglesi e scozzesi, che qui giunsero per sfuggire alla persecuzione di Re Carlo Stuart.
Quando s' imbarcarono nel 1602 sulla Seaflower, il loro pio l'intento era quello di creare un mondo puro e utopico in cui vivere secondo i dettami del loro credo.
Gli ottanta pellegrini, tutti maschi, ( le donne le avrebbero fatte arrivare a sistemazione avvenuta) si resero ben presto conto delle difficoltà di coltivare la montuosa e selvaggia isola caraibica, e dapprima si fecero inviare numerosi schiavi negri dalla vicina Jamaica, in seguito pensarono che fosse più semplice e redditizio pirateggiare i ricchi galeoni spagnoli che da li dovevano passare per raggiungere, carichi d'oro e d'argento l'Habana, prima d'intraprendere la traversata di ritorno in Spagna. 


Del resto gli Spagnoli erano papisti e quindi loro naturali nemici, Dio avrebbe sicuramente benedetto le loro imprese; e probabilmente questo avvenne perché  gli inviò Henry Morgan, che non poco contribuì alle fortune piratesche dell'isola.
Tra alterne vicende la storia piratesca di Providencia si protrasse fino alla metà del settecento, quando l'Inghilterra cedette definitivamente l'isola alla Spagna.
In seguito Simon Bolivar, El libertador annesse l'isola alla Grande Columbia; oggi Providencia è sotto la sovranità della Colombia, sebbene il Nicaragua ne rivendichi la territorialità.

La punta di Santa Catalina

L'ancoraggio, Naso Blu dell'amico Andrea sta salpando per il Guatemanla

In realtà quello di Provincia è un piccolo arcipelago, le isole infatti sono due;  la minuscola Isla di Santa Catalina e la più grande Isla di Providencia  (sulle carte nautiche è spesso indicata come: Old Provvidence), tra le due vi è uno stretto canale che s'allarga in un buon ancoraggio protetto dai venti dominanti che spirano sempre dal settore est.
Ancoraggio sicuro, su poco fondo buon tenitore, ma di certo molto ventoso, tanto da rendere spesso difficile lo sbarco con il tender.
Questi piccoli fastidi sono ampiamente compensati dal paesaggio che circonda lo specchio d’acqua; verdi foreste su morbidi declivi, in cui spiccano isolati i tetti colorati di  una tipica architettura caraibica di stampo anglosassone.


Si perché nonostante si parli anche lo spagnolo, sia la lingua che lo stile di vita sono chiaramente anglosassoni, ma la durezza tipica di queste popolazioni è ampiamente stemperata dal colore della pelle e dalla cordiale disponibilità degli abitanti di Providencia.
Una domanda sorge spontanea al viaggiatore appena un poco curioso, che si fermi alcuni giorni in questa bella e veramente "isolata" isola caraibica:
Di che economia vivono  i quasi seimila abitanti, tutti meticci (più o meno tendenti al marron scuro), che apparentemente se la passano discretamente bene, in un luogo dove il costo della vita non è molto dissimile da quello di un paese europeo?




Il territorio montagnoso e vulcanico non è di sicuro l'ideale per grandi coltivazioni, e di questo se ne accorsero fin da subito il pellegrini inglesi e scozzesi, rimane la pesca e recentemente un certo sviluppo turistico, sebbene abbastanza modesto.
Anche le entrate della pesca hanno negli ultimi anni subito un forte calo; la Columbia è infatti stata costretta, da una sentenza della Corte Internazionale dell'Aia, a cedere al Nicaragua la sovranità sulle acque dei pescosi banchi prossimi appunto alla costa del Nicaragua.
I pescatori di Providencia si limitano ora ad una pesca appena sufficiente alle esigenze locali, nelle acque attorno all'isola, e ricevono dal governo un sussidio pari a circa seicento euro al mese, che se si pensa che tutti hanno un piccolo orto, che la natura e il clima sono generosi, le case in legno semplici ma decorose ed economiche, sono certamente sufficienti a una vita più che dignitosa.
Volendo poi essere maligni, ci si può domandare che cosa trasportino i numerosi piccoli aerei, che con frequenza irregolare atterrano e decollano dal piccolo aeroporto dell'Isola...





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